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Un disco di terra, aria e fuoco. Quasi tribale, rivestito com’è di arrangiamenti percussivi e di scintillanti atmosfere jazz-rock. I testi insistono sulle contraddizioni dei sentimenti amorosi, sulla stanchezza, a volte sull’incoerenza di certe relazioni. La collina dei ciliegi è splendida e ariosa, La canzone della terra farà arrabbiare parecchie femministe e il finale in gloria di Questo inferno rosa è uno degli apici battistiani, quasi 7 minuti di assoluta e malinconica meraviglia.