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l GO è uno dei giochi più antichi della storia, il più “vecchio” praticato anche nell’epoca moderna. Nato in estremo oriente, non ha una collocazione d’origine estremamente chiara. C’è chi sostiene sia stato creato in Cina oltre 3000 anni fa, altri parlano di Tibet o di zone limitrofe. Su una cosa, però, tutti sono d’accordo: è una delle discipline più complesse e stratificate mai pensate dall’uomo.
L’ipotesi che va per la maggiore e che trova riscontri nei documenti dell’epoca, è comunque quella della nascita in Cina, terra in cui il gioco rimase circoscritto fino all’VIII secolo, quando venne esportato in Giappone, terra di grandi contrasti, e diventò in breve tempo un passatempo delle classi sociali più importanti.
Il Go riscosse un successo tale nel Sol Levante da essere inserito nella formazione dei guerrieri: entrambe le discipline condividono molti aspetti filosofici. La vera diffusione di massa in Giappone, però, arrivò intorno al 1600, secolo in cui si estese a tutte le classi sociali, pur mantenendo la considerazione di pratica “alta”.
Molto più recente, invece, la comparsa nei Paesi Occidentali, le cui prime testimonianze sono di inizio ‘700.
Per due secoli il Go verrà visto principalmente come una disciplina esotica. Sarà solo con i fenomeni migratori del diciannovesimo secolo e con la nascita dei primi circoli statunitensi (seguiti da quelli europei) creati da immigrati cinesi che il gioco diventerà un fenomeno realmente globale.
Dalla seconda metà dello scorso secolo, il Go è uscito dai circoli e grazie alla propria complessità e al suo mix unico di strategia, filosofia, matematica è diventato oggetto di studio della scienza moderna. Basti pensare che è stato spesso preso come base per la sperimentazione di teorie riguardanti la topologia differenziale, i sistemi dinamici, la percezione e il riconoscimento delle forme. Ma soprattutto è stato terreno di analisi per il perfezionamento dell’intelligenza artificiale.
Il GO, infine, è uno degli ultimi “baluardi” caduti dell’uomo. Insieme agli scacchi, al backgammon e al poker sportivo è infatti uno dei giochi in cui l’essere umano è stato sconfitto dall’intelligenza artificiale. Gli ultimi casi nel 2016 e nel 2017, anni in cui AlphaGo, software sviluppato da Google attraverso la sua società DeepMind, ha sconfitto alcuni dei più grandi campioni del mondo della disciplina.
Nonostante le sconfitte, il Go resta uno degli intrattenimenti più complessi mai concepiti. Le combinazioni che si possono creare su un Goban, il tavoliere di gioco, sono all’incirca 19X19 alla 3^ (19*19): praticamente il valore del numero di particelle stimate per tutto l’universo!
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Il go[1] è un gioco da tavolo strategico per due giocatori.
Il go ebbe origine in Cina, dove è giocato da almeno 2500 anni; è molto popolare in Asia orientale e si è diffuso nel resto del mondo negli anni recenti. È un gioco molto complesso strategicamente malgrado le sue regole semplici; un proverbio coreano dice che nessuna partita di go è mai stata giocata due volte, il che è verosimile se si pensa che ci sono 2,08×10170[2] diverse posizioni possibili.
Il go è giocato da due giocatori che collocano alternativamente pedine (dette pietre) nere e bianche sulle intersezioni vuote di una "scacchiera" (detta goban) formata da una griglia 19 × 19. Lo scopo del gioco è il controllo di una zona del goban maggiore di quella controllata dall'avversario; a questo scopo i giocatori cercano di disporre le proprie pietre in modo che non possano essere catturate, ritagliandosi allo stesso tempo dei territori che l'avversario non possa invadere senza essere catturato.
A parte la dimensione del goban e delle posizioni di partenza le regole sono state mantenute nei secoli, cosicché può essere considerato, anche in virtù dei ritrovamenti di goban 17 x 17 della Dinastia Han (scoperti nel 1954 nel Wang-Du, nella provincia di Hebei), il gioco più antico ancora praticato.[3][4]