-
-
Il poliovirus (o virus poliomielitico) è un sierotipo della specie virale Enterovirus C (famiglia Picornaviridae) che causa la poliomielite.[1] I poliovirus sono composti da un genoma a RNA ed un capside proteico. Il genoma è costituito da un singolo filamento di RNA di senso positivo lungo circa 7500 nucleotidi.[2] La particella virale ha un diametro di circa 30 nanometri con simmetria icosaedrica. A causa del genoma corto e della struttura semplice —genoma a RNA, assenza di envelope, simmetria icosaedrica delle proteine del capside— è stato ampiamente riconosciuto come il più semplice dei virus con importanza patologica.[3] Il primo poliovirus è stato isolato nel 1909 da Karl Landsteiner e Erwin Popper.[4] Nel 1981 il genoma di un poliovirus è stato pubblicato da due diversi gruppi di ricerca: quello di Vincent Racaniello e David Baltimore del MIT di Boston[5] e quello di Naomi Kitamura e Eckard Wimmer della Stony Brook University[6]. Da allora il poliovirus è uno dei virus meglio caratterizzati, ed è diventato un utile modello per lo studio della biologia dei virus a RNA.
-
Fino al 1955, anno dell'introduzione del suo vaccino, la poliomielite era considerata il problema più spaventoso in materia di salute pubblica negli Stati Uniti d'America del dopoguerra. Le epidemie annuali erano sempre più devastanti: quella del 1952 fu la peggiore nella storia della nazione. Dei quasi 58.000 casi riportati quell'anno, 3.145 persone morirono e 21.269 restarono paralizzate in modo lieve o invalidante.[1] La maggior parte delle vittime erano bambini. Gli scienziati si affannavano a trovare un modo per prevenire o curare la malattia. Il Presidente degli Stati Uniti d'America Franklin Delano Roosevelt ne era forse la vittima più conosciuta al mondo e fondò l'organizzazione che avrebbe finanziato la realizzazione del vaccino.
-
Quando in una intervista televisiva gli fu chiesto chi possedesse il brevetto del vaccino, lui rispose: "La gente, suppongo. Non c'è brevetto. Si può brevettare il sole?"