Albert Bruce Sabin, nato Abram Saperstein
Gli anni giovanili e i primi studi
Di religione ebraica, nacque nel 1906 nel ghetto di Białystok, una città polacca che all'epoca faceva parte dell'Impero russo[1], ed emigrò negli Stati Uniti nel 1921 con la sua famiglia, dove, nel 1930, acquisì la cittadinanza statunitense, variando completamente il proprio nome e cognome. Il padre Jacob, un artigiano, decise di lasciare la Polonia anche perché il clima verso gli ebrei era diventato molto ostile, e lo stesso Albert aveva fatto le spese di questo clima; sin dalla nascita Sabin non vedeva dall'occhio destro, e quando era ancora piccolo un coetaneo gli scagliò contro una pietra che per poco non colpì in pieno l'occhio sano, rischiando di accecarlo.[2] La famiglia Sabin si stabilì a Paterson, nel New Jersey[1][3]
Un loro ricco parente si offrì di pagare gli studi in medicina al giovane Albert, in modo che poi egli potesse collaborare con lui nel suo studio di dentista[1]: così, a 20 anni, Sabin era uno studente modello di odontoiatria alla New York University. Un giorno però lesse il libro "I cacciatori di microbi" (di Paul de Kruif), e ne rimase affascinato e decise che avrebbe dedicato la sua vita a quello.[2] L'entusiasmo lo portò così a cambiare studi: passò alla facoltà di medicina (sempre a New York), frequentando con passione e successo i corsi di microbiologia. Intanto coltivava la sua passione anche al di fuori dell'università, raccogliendo microbi dovunque capitasse (stagni, polvere, cassonetti della spazzatura).
Nel 1931 concluse gli studi conseguendo la laurea in medicina: andò a lavorare presso l'università di Cincinnati, in Ohio, dove sarebbe rimasto 30 anni; dal 1946 venne nominato come capo della ricerca pediatrica. Qui, in qualità di assistente del dottor William Hallock Park (celebre per i suoi studi sul vaccino per la difterite), sviluppò ulteriormente il suo interesse per la ricerca medica, in modo particolare nel campo delle malattie infettive. Park divenne mentore del giovane e promettente Sabin, e gli trovò pure una borsa di studio quando il parente dentista si rifiutò di continuare a pagargli gli studi.[1]
I suoi studi sulle malattie infettive dell'infanzia lo portarono a fare ricerche su quelle provocate da virus e in particolare sulla poliomielite (o "polio"), che a quei tempi mieteva migliaia di vittime, in particolare su bambini a partire dal secondo anno di vita. La scelta di dedicarsi a questa patologia è comunque da attribuirsi al dottor Park, che, in seguito a un'epidemia di poliomielite a New York[1] convinse il suo giovane microbiologo a riprendere le ricerche su quella malattia (che Sabin aveva già, anche se non approfonditamente, studiato in precedenza).
La poliomielite, una volta detta "paralisi infantile", o più comunemente "polio", è una malattia virale acuta, altamente contagiosa, con manifestazioni diverse, le più gravi di tipo neurologico irreversibile. Si poteva manifestare in vari modi, di solito il malato era preso da improvvisi attacchi di febbre, seguita dalla paralisi irrimediabile di una parte del corpo, dovuta all'attacco da parte del virus (poliovirus) delle fibre nervose del midollo spinale. Negli Stati Uniti d'America questa malattia aveva ucciso o paralizzato migliaia di cittadini. La lotta alla polio non era comunque nuova negli ambienti di ricerca medica, e durava ormai da parecchi anni: nel 1934 due studiosi statunitensi, Brodie e Kolmer, annunciarono la scoperta di un vaccino efficace contro la poliomielite; quando però si procedette alla somministrazione dello stesso, ci furono molte morti. Questo terribile fallimento fece sì che venisse ordinata la sospensione di qualsiasi ricerca ufficiale sul vaccino antipolio, sebbene ufficiosamente molti laboratori continuassero nelle ricerche.
Il 3 gennaio 1938, con un appello sui quotidiani, Franklin Delano Roosevelt, allora presidente degli Stati Uniti, colpito da una paralisi che in quel momento fu diagnosticata come dovuta a poliomielite (mentre in seguito ci furono riserve sulla correttezza di questa diagnosi) creò la National Foundation for Infantile Paralysis (NFIP). Lo scopo della NFIP era la raccolta di ulteriori fondi per la lotta contro la poliomielite, per accelerare la ricerca di un vaccino e l'aiuto ai malati. In seguito l'opera caritatevole delle NFIP prese il nome di "marcia delle monetine" (March of Dimes): Il 20 gennaio di ogni anno (in occasione del compleanno di Roosevelt) tutti i cittadini statunitensi erano invitati a versare un dieci centesimi (un "dime", decino, è la moneta da 10 centesimi di dollaro) per combattere la polio. La campagna si avvalse di numerose collaborazioni di celebrità di quel tempo. In questo modo furono raccolti milioni di dollari, e la NFIP poté così finanziare ulteriormente le ricerche per un vaccino efficace e sicuro.
Nel 1939 Sabin annunciò alla comunità scientifica la sua prima e importantissima scoperta sulla natura del virus poliomielitico (che attaccava le fibre nervose): dimostrò infatti, contrariamente a quanto creduto fino ad allora, che la sede prediletta di tale virus era l'intestino. Si trattava quindi di un virus enterico e non respiratorio, e la conoscenza del "terreno" dove si sviluppava era un dato fondamentale per la ricerca di un farmaco che lo debellasse.[2]
Mentre Sabin proseguiva con le sue ricerche in Europa scoppiò la Seconda guerra mondiale, durante la quale egli perderà anche due nipotine (che non conobbe mai), Amy e Deborah, uccise dalle SS tedesche a Białystok.[2] Quando anche gli Stati Uniti entrarono in guerra Sabin lasciò Cincinnati per entrare nell'esercito: sbarcò prima in Sicilia e successivamente a Okinawa (in Giappone), dove installò un laboratorio da campo.[2] Nel 1947 Sabin, di stanza a Berlino assistette, mentre si occupava dell'ospedale militare, a una terribile epidemia di polio che colpì moltissimi bambini della semidistrutta ex capitale del Terzo Reich.[2]
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